Il mito di Medusa
- erikacei
- 19 ago 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Uno dei vari racconti mitologici narrati ne “In viaggio con Frida”, è quello che vede protagonista Medusa, una figura della mitologia greca, divenuta leggendaria per il suo aspetto mostruoso e per il suo sguardo, capace di pietrificare chiunque la guardasse negli occhi.
Prima di diventare un mostro, però, Medusa era stata una bellissima donna, come ci racconta Ovidio nelle Metamorfosi.
“La sua fu una bellezza eccezionale e motivo di speranza e di gelosia per molti pretendenti; ma in lei tutta non ci fu una parte più bella dei capelli. Ho incontrato qualcuno che diceva di averli visti.”
Medusa era talmente bella che persino Poseidone, il dio del mare, si infatuò di lei e, come ci racconta sempre Ovidio, non esitò a dare libero sfogo ai suoi impulsi.
“Si narra che il signore del mare la stuprasse nel tempio di Minerva: la figlia di Giove si voltò indietro, coprendosi i casti occhi con l’egida; ma perché questo crimine non rimanesse impunito, trasformò la chioma della Gorgone in serpenti ributtanti. Anche ora, per atterrire e sbigottire i nemici, la dea porta sullo scudo stretto al petto i serpenti che fece nascere.”
A causa del nostro immaginario contemporaneo, in cui uno pilastri è quello della donna vittima dell’uomo, questa storia ci fa soffermare sulla violenza commessa da Poseidone, facendoci provare indignazione e facendo levare a qualcuno lo scudo contro quella sagoma informe chiamata patriarcato che, mostro dei mostri, imperverserebbe come un dio onnipotente su tutto il globo terracqueo dai tempi degli antichi Greci, se non prima.
Certamente, il comportamento di Poseidone fu disdicevole. Nè si può definire esemplare il comportamento successivo di Perseo che, per risolvere una propria questione personale (non voleva che la sua cara mamma sposasse re Polidette di Serifo), decise di decapitare una donna che non gli aveva fatto niente di male.
Ma che dire della terza violenza subita da Medusa, cioè quella ad opera di Atena che, prima trasformò i capelli della Gorgone in serpenti e rese il suo sguardo micidiale, poi aiutò Perseo a uccidere la Gorgone? Quest’azione ci appare sconcertante perché, sempre nel nostro immaginario contemporaneo, non è previsto che una donna si accanisca contro un’altra donna, vittima di violenza.
Ma è davvero così sconcertante il comportamento di Atena, se ci togliamo gli occhiali colorati dell’immaginario collettivo e guardiamo la realtà dei fatti? No, per niente.
Spesso infatti le vittime, oltre a quella originaria, subiscono ulteriore violenza da parte di alcune donne che, invece che schierarsi dalla loro parte, preferiscono svilirle con espressioni ed epiteti ben poco lusinghieri.
Non si tratta quasi mai di insulti gridati ai quattro venti. Si tratta invece spesso di frasi buttate là, come verità assolute, oppure di sottili insinuazioni che mettono in dubbio non solo la veridicità del racconto fatto dalle vittime, ma le vittime stesse come persone. Si chiama manipolazione, la stessa che, attraverso racconti millenari, ha avuto molto successo nel farci considerare Medusa come un mostro e Atena come la dea della saggezza.
Ma la manipolazione è un tema che richiede uno spazio dedicato e, forse, ne parlerò in futuro. Per il momento mi limito a concludere il post dicendo che il mito di Medusa è molto attuale e non tanto perché simbolo di quel magma astratto chiamato patriarcato, bensì perché ci racconta quello che può succedere nella realtà dei fatti. E la realtà dei fatti include, purtroppo, oltre a uomini che stuprano e/o uccidono donne, anche donne che, al pari di Atena (Minerva per i romani) non esitano a saltare addosso alle vittime di violenza, in modo sicuramente meno virulento dei tempi antichi, ma altrettanto spietato.
Per una versione del mito di Medusa più compassionevole nei confronti della vittima, suggerisco la lettura del bel romanzo di Natalie Haynes, Lo sguardo di Medusa, edito da Sonzogno, di cui cito un breve passo
Medusa “è stata aggredita, abusata e svilita.
E ciononostante, da come la storia viene tramandata, sarebbe lei quella di cui avere paura. Sarebbe lei il mostro.”
La foto che condivido si intitola Medusa e fa parte di “In viaggio con Frida”.
Il libro è disponibile anche su IBS a questo indirizzo: https://www.ibs.it/in-viaggio-con-frida-libro-erika-cei/e/9791222742762?srsltid=AfmBOopbOL7lPVY4jGBjDdzxqePG33fAtx-9gp4g1JtqmfiecqjFOTF9

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