La questione morale
- erikacei
- 26 lug 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Come ho scritto in “In viaggio con Frida”, uno dei libri che mi hanno permesso di aprirmi a un’esperienza artistica diversa dalle precedenti, è stato “Psicomagia”, che è in sostanza una lunga intervista rilasciata da Alejandro Jodorowsky allo scrittore francese Gilles Farcet.
Molti sono i temi trattati nel libro, ma oggi voglio parlare della morale. Dice Alejandro Jodorowsky a tal proposito “Uno dei grandi problemi della creatività è la morale. Per sviluppare l’immaginazione è necessario essere amorali. La morale incatena l’immaginazione. Bisogna essere coraggiosi e prescindere da questo strumento.”
Nel realizzare il libro il problema morale mi si è posto, nel momento in cui ho deciso di raccontare la storia di personaggi a dir poco controversi e di interpretarne altri ancor più controversi. Avevo paura di inquinare la mia anima, valicando quella linea sottile che separa il bene dal male e di imbrattarmi a tal punto, da non riuscire più a ripulirmi, un po’ come accade, nella saga di Star Wars, al personaggio di Anakin Skywalker.
Nonostante la paura, ho deciso di farlo lo stesso e, per farlo, ho dovuto uscire dai miei panni e mettermi in quelli di altri, cosa molto facile da fare se un personaggio “bravo e buono”, ma estremamente difficile se il personaggio è Adolf Hitler.
Ho dovuto spogliarmi di tutti i miei valori, della mia visione della vita e del mondo, per poter capire e raffigurare “il grande dittatore” senza giudicarlo, senza farne una macchietta, senza recitare. Quando ci sono riuscita, ho scattato la foto.
Non è stata una passeggiata ma posso dire che, in definitiva, è stata un atto psicomagico (per usare un termine caro a Jodorowsky), un’azione liberatoria, perché da quel momento la mia immaginazione non è stata più disturbata da imbarazzo, scrupoli morali, preoccupazioni sul giudizio degli altri, sul mio giudizio su me stessa e quant’altro.
Concludo dicendo che, per mia esperienza, sul discorso della morale ha ragione Jodorowsky: è una zavorra di cui bisogna liberarsi, anche perché nessuno è un santo e dividere il mondo in buoni e cattivi è utile solo in caso di pericolo reale, ma decisamente controproducente per il nostro benessere quotidiano e, quindi, per il nostro fuoco creativo.
Viva la vida!

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